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Il Tribulale di Milano, con sentenza n. 6596 del 26 luglio 2022, ha stabilito, e la Corte d'Appello di Milano, n. 2731 del 17 ottobre 2024, ha confermato, che un testamento può essere annullato anche quando lo stato di incapacità del testatore si può desumere dallo stesso tenore, contenuto e forma del testamento.
Si ricorda che spetta a chi impugna il testamento provare l'incapacità del terstatore, sul punto Cassazione civile , sez. II , 19/01/2022 , n. 1618: In tema di annullamento del testamento, l'incapacità naturale del testatore postula l'esistenza non già di una semplice anomalia o alterazione delle facoltà psichiche e intellettive del “de cuius”, bensì la prova che, a cagione di una infermità transitoria o permanente, ovvero di altra causa perturbatrice, il soggetto sia stato privo in modo assoluto, al momento della redazione dell'atto di ultima volontà, della coscienza dei propri atti o della capacità di autodeterminarsi; peraltro, poiché lo stato di capacità costituisce la regola e quello di incapacità l'eccezione, spetta a chi impugni il testamento dimostrare la dedotta incapacità, salvo che il testatore non risulti affetto da incapacità totale e permanente, nel qual caso grava, invece, su chi voglia avvalersene provarne la corrispondente redazione in un momento di lucido intervallo.
Le Corti, di primo grado e d'Appello, hanno fatto riferimento a presunzioni (come ammesso dalla Cassazione n. 26873/2019 e 4518/2021) desumibili da più indizi, che si potrebbero definire gravi, precisi e concordanti, al fine di giudicare il testatore incapace di intendere e di volere al momento della redazione del testamento. Ad esempio, si pensi ad una persona colta che redige un testamento che non rispecchia, quanto a grammatica e sintassi, il livello culturale del testatore (es., errori di grammatica, di punteggiatura), quando magari vi è un testamento precedente (che si dovrebbe ritenere implicatamente revocato in merito alla disposizioni contrastanti con il secondo testamento, come da codice civle) scritto in maniera precisa, ordinata e appropriata.
(vedi anche Il Sole24ore, 18 novembre 2024, commento di Angelo Busani)